Il cavolo cappuccio (Brassica oleracea), facente parte della famiglia delle crocifere, venne importato in Europa dall’Asia Minore fin dagli anni 600 a.C. Si è diffuso principalmente nel Nord dell’Europa, poiché ben sopporta il clima rigido: ha trovato infatti il suo habitat migliore in Germania, Russia e Polonia. La stagionalità va da settembre a marzo-aprile.
Il cavolo cappuccio può essere consumato cotto, stufato, brasato, saltato in padella, cotto al vapore o farcito oppure crudo in insalata. Può anche essere fermentato, e in questo caso risulterà più digeribile, mantenendo intatte le sue proprietà , sebbene il sapore e la consistenza risultino leggermente diversi; da questa particolare trasformazione si ottengono i cosiddetti crauti.
Il cavolo crudo contiene molta vitamina C, vitamina B6 e potassio; da cotto invece è ricco di vitamina C, potassio e acido folico.
Per ottenere il massimo dell’efficacia i crauti non andrebbero cotti (soprattutto con la pancetta), ma consumati a crudo e conditi con olio d’oliva. Per il loro concentrato di vitamina C possono sostituire gli agrumi.